AGOSTO 2018: “Per mille strade” di Riccardo Franco.

Cinquantamila giovani e più, da circa 200 diocesi, nei primi di agosto si sono messi in viaggio insieme ai loro vescovi, parroci, animatori per raggiungere Roma. Sono giovani che hanno voluto camminare, riscoprendo le vie dei pellegrini delle loro terre d’origine, attraverso percorsi che hanno valorizzato i patroni e i santuari di ogni territorio. Si sono ritrovati a Roma, al Circo Massimo sabato 11, poi in piazza San Pietro, domenica 12.

Insieme si sono messi in viaggio percorrendo una strada che… «rivela una particolare spiritualità, cioè una particolare ricchezza che va scoperta e vissuta proprio lungo il cammino e attraverso il cammino. È la spiritualità della strada, è il modo per vivere la nuova proposta come una avventura dello spirito, come un richiamo a ciò che è più vero in noi, come un invito a guardare la propria vita nella luce dello Spirito» (G. Basadonna).

Tantissimi i giovani che si sono messi in gioco vivendo insieme l’esperienza del cammino. La strada è un’esperienza unica: non è un vagare senza meta, ma un partire con uno scopo da raggiungere. Nel Vangelo la strada è più di un luogo, è il Signore che, non contento di essersi fatto pellegrino, si fa strada: “Io sono la Via”. Gesù, che è Via e Vita, insegna a percorrere la via della vita. «Se Cristo non avesse voluto essere la via – dice S. Agostino – saremmo sempre fuori strada. Egli si è fatto la via per dove puoi andare. Non ti dico: cerca la via. È la via stessa a farsi incontro a te: Alzati e cammina» (S. Agostino, Discorsi, 141, 4).

Mettersi in viaggio esprime la necessità di superare i confini e di andare alla ricerca di qualcosa e di Qualcuno. Il fil rouge è la speranza, quell’orizzonte – ampio tipico di ogni ragazzo – che si fa slancio, risposta, invito a muoversi. Il pellegrinaggio, vissuto come occasione di crescita e maturazione personale, ha coinvolto anche la dimensione di fede e il senso di appartenenza alla Chiesa. Tre le parole d’ordine per questi giorni: uscire da, passare per, entrare in.

Uscire da…: camminare fianco a fianco, permettere al cuore di aprirsi e all’intelligenza di cogliere anche i segnali più nascosti. Scrive papa Francesco: «Mi vengono in mente le parole che Dio rivolse ad Abramo: «Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò» (Gen 12,1). Queste parole sono oggi indirizzate anche a voi: sono parole di un Padre che vi invita a “uscire” per lanciarvi verso un futuro non conosciuto ma portatore di sicure realizzazioni, incontro al quale Egli stesso vi accompagna» (Francesco, Lettera ai giovani in occasione della presentazione del documento preparatorio della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi). È la voce di un Padre che chiama, che conosce il desiderio di libertà che c’è nel cuore di ciascuno e invita a mettersi in viaggio per scoprire il senso profondo della vita, della fede, del rapporto con Lui. È stato un viaggio dal mondo a noi, per tornare diversi da come siamo partiti, con la certezza nel cuore che i nostri passi erano i passi di Gesù…

Passare per…: il rischio della prova. Il camminare insieme è mettersi sempre alla prova, ma permette anche di diventare comunità nelle difficoltà, nella fatica e nella generosità della condivisione. La strada mette ciascuno davanti alle proprie debolezze, rende più veri e consente di incontrare gli altri senza finzioni. Nei loro percorsi i giovani imparano a conoscersi e a conoscere i compagni di viaggio, a capire i loro limiti e le potenzialità, a ridurre all’essenziale le necessità materiali, a perseverare, a porsi delle sfide e a vincerle.

Entrare in…: la terra della libertà. È l’ultima tappa, quella da cui ripartire, la tappa che ha consegnato ai ragazzi un messaggio, una vocazione cui rispondere nel quotidiano perché ognuno possa trovare il proprio posto nel mondo.

Testo di Riccardo Franco.